Daniele Ciani
Food & Wine
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Stella Michelin alla cucina italiana

Solo per il fatto di essere italiani, i ristoranti di qualsiasi genere, le trattorie e le osterie, dalle più piccole e malandate, meriterebbero almeno una stella Michelin. Da decenni giro il mondo e la sera, dopo aver conosciuto le bellezze naturali e artistiche, non posso fare a meno di dedicare qualche ora, con le gambe sotto il tavolo, alla degustazione dei prodotti enogastronomici del paese che sto visitando. Ho mangiato e bevuto di tutto, spinto dalla curiosità di saperne sempre più del mondo dell’alimentazione. Ad esclusione della Francia e un po’ della Spagna , nelle altre nazioni ho trovato che la cucina base, quella di tutti i giorni, quella che alimenta la popolazione e deriva dalla cultura di quella nazione, è veramente poca cosa. Perché cucinano così male? Perché i piatti non sono equilibrati nei sapori, perché alcuni adoperano la cipolla in modo invadente, perché altri l’aglio o le spezie o erbe aromatiche in maniera tale da non farti sentire più il sapore vero dei componenti principali del piatto? Spesso hanno prodotti come le carni, i pesci, le verdure che sono eccellenti ma cucinati risultano deludenti. Solo crudi o cotti semplicemente alla griglia, risultano piacevolmente interessanti. Penso che la questione sia culturale. Noi siamo portati a trarre da ogni forma d’arte la bellezza e bellezza vuol dire proporzione, armonia, equilibrio e la nostra cucina, che è, senza dubbio, equilibrio tra i vari elementi, diventa arte. Per noi, popolo del Mediterraneo, che proveniamo da millenni di cultura del bello, non è importante solo alimentarsi ma anche soddisfare, nel mangiare, la parte edonistica.  Per gli antichi Romani i barbari erano coloro che mangiavano i cibi cotti esclusivamente alla brace e senza il piacere di apparecchiare la tavola.  Il giusto equilibrio tra aglio e cipolla nel soffritto, tra pomodoro ed erbe aromatiche nei sughi, tra i grassi di origine animale e i grassi vegetali come l’olio d’oliva, l’uso moderato delle spezie e di salse forti, l’alta qualità dei prodotti selezionati nel tempo, fanno sì che la nostra cucina sia la migliore del mondo. La cucina e la dieta mediterranea hanno avuto, ultimamente, un alto riconoscimento da parte di tutte le istituzioni culinarie e salutistiche del mondo. Nei primi anni novanta, ero presente al congresso internazionale della Commanderie dei Cordon Bleu, celebre scuola di cucina francese, tenutosi a Digione. Davanti ai rappresentanti qualificati di molte nazioni anche d’oltre mare, il Presidente iniziò il discorso d’apertura affermando che la cucina Italiana è la migliore al mondo. Ci sarà un motivo per cui un francese cosi qualificato abbia fatto una simile asserzione. E’ che la nostra penisola è stata un pochino la madre della buona cucina di molte altre nazioni; chi più chi meno, tutte hanno preso qualche suggerimento, qualche consiglio, qualche abbinamento di ingredienti per creare i loro migliori piatti. Tanto per fare un esempio: le celebrate salse francesi derivano da quelle inventate e preparate nelle corti rinascimentali italiane. E non solo; prodotti e piatti popolari italiani come parmigiano, mozzarella, cannelloni, risotto, ragù alla bolognese, carbonara, amatriciana, tortellini sono i più imitati al mondo anche se spesso in maniera indecente. Ho visto, a Lisbona, servire una lasagna con guarnizione di insalata di pomodori e cetrioli, il tutto nappato con abbondante ketchup. Spetta a voi, come disse il poeta, “l’ardua sentenza”.